Le clausole sociali nei contratti pubblici. Una ricerca in chiave comparata tra la disciplina nazionale e quella dei maggiori ordinamenti europei.

05-05-2023

È online l’edizione digitale della ricerca commissionata dalla Filcams Cgil e dal suo Centro studi sociali per il terziario, turismo e servizi, interamente consultabile e scaricabile gratuitamente nella sezione editoria del sito www.ce-mu.it.

La pubblicazione, a cura di Diana Campobasso, Leonello Marraccini e Pierdanilo Melandro, consiste nella prima ricerca comparata sulle clausole sociali tanto nell’ordinamento nazionale (Codice appalti 50/2016 e vari D.lgs., Linee guida ANAC, circolari INL) che in comparazione con gli ordinamenti di altri Paesi europei.

La categoria, infatti, si è voluta interrogare, su come, a fronte di una normativa europea di riferimento comune, i vari Stati abbiano declinato il principio, assunto come prioritario, della protezione sociale e della promozione di un elevato livello di occupazione, e dato attuazione alla Direttiva europea 2014/24, in materia di clausole di tutela dei lavoratori impiegati negli appalti pubblici.

La ricerca prende in esame le norme del “vecchio” Codice dei contratti pubblici (D.lgs. 50/2016) che resterà in vigore fino al 30 giugno 2023, per dare evidenza della conseguenzialità degli interventi normativi e regolamentari in materia di clausole sociali.

In attesa di un’ulteriore e più approfondita disamina degli impatti delle nuove regole sugli appalti di servizi, inoltre, gli autori hanno svolto una prima analisi dei contenuti del nuovo Codice dei contratti pubblici (D.lgs. 36/2023), che entrerà in vigore il primo luglio 2023.

In questo contesto, il legislatore ha confermato che le stazioni appaltanti devono inserire nella disciplina di gara delle specifiche clausole sociali finalizzate a garantire e favorire la stabilità occupazionale e la professionalità del personale impiegato. Questa previsione integra e si aggiunge all’obbligo per l’appaltatore (e il subappaltatore) di applicare i contratti collettivi strettamente connessi con l’attività oggetto dell’appalto.

Pur nel rispetto dell’ordinamento dell’Unione europea, che ha tracciato precisi ambiti di operatività delle tutele sociali definite dagli Stati membri, il legislatore nazionale ha posto l’accento sul difficile equilibrio tra stabilità occupazionale e libertà d’impresa.

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